Terzo Canto produce musica, supportando gli artisti in un percorso di crescita e scambio reciproco che dia un senso al concetto stesso di “fare musica”.
Abbiamo estrazioni e competenze diverse, uniti dal comune intento di creare qualcosa di nuovo, forte dell’esperienza che abbiamo accumulato negli anni ma che sia in grado di convivere con tutto ciò che di nuovo sta sfornando l’industria musicale.
L’artista deve fare l’artista, a tutto il resto pensiamo noi.
News
Ieri il mondo della musica ha perso una delle sue figure più influenti e iconiche: Steve Albini. Conosciuto non solo come musicista, ma anche come un produttore e ingegnere del suono, Albini ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale.
Albini ha iniziato la sua carriera musicale suonando in varie band durante la sua adolescenza ma è noto soprattutto per aver suonato in band influenti come Big Black e Shellac, anticipando molte delle tendenze del rock alternativo che sarebbero emerse negli anni successivi. Ha lavorato con artisti come Nirvana, Pixies, Bush, the Breeders, PJ Harvey, the Jesus Lizard e gli ex membri dei Led Zeppelin, Jimmy Page e Robert Plant.
Il campo della produzione audio è il luogo in cui oggi vogliamo soffermarci, il suo approccio unico e senza compromessi lo ha reso uno dei produttori più richiesti e rispettati del settore, divenendo un punto di riferimento per la comunità musicale indipendente. Lo studio di registrazione Electrical Audio a Chicago, da lui fondato, è luogo di pellegrinaggio per molte band alla ricerca di quel suono a cui ci siamo abituati negli anni 90.
Tra le altre cose, Albini era molto attento al suono della batteria e dedicava un’attenzione maniacale per catturare ogni sfumatura e ogni piccola imperfezione, utilizzando varie combinazioni di microfoni e tecniche di registrazione per creare un suono che fosse potente, dinamico e autentico. La principale caratteristica del suo drum sound è un riverbero naturale che dà l’impressione all’ascoltatore di trovarsi nella stessa stanza in cui suona la batteria.
Questo approccio, insieme alla sua abilità nell’uso degli ambienti di registrazione e alla sua capacità di lavorare in modo collaborativo con i batteristi, ha prodotto risultati sorprendenti che sono diventati la firma sonora di molte delle sue produzioni.
Un esempio dello stile di ripresa delle batterie di Steve Albini (ed anche una delle intro di batterie che sono entrate di diritto nella storia della musica)
Steve Albini ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della musica, sia come musicista che come ingegnere del suono. La sua dedizione alla ricerca sonora, il suo impegno per la scena indipendente e il suo categorico rifiuto di soccombere ad un’industria discografica paillettata sono un testamento che dobbiamo custodire con cura. La sua scomparsa è una grande perdita per tutto il mondo della musica, ma il suo impatto e il suo contributo continueranno a riverberare attraverso le registrazioni che ci ha lasciato. [...]
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“Serenata a Roma” è il nuovo singolo di Franco Califano, personaggio iconico della musica italiana, scomparso nel 2013. Anticipando di qualche mese l’uscita del secondo volume della raccolta Sarò Franco, il singolo fa rivivere la voce e la poetica del “Califfo” anche grazie all’intelligenza artificiale, sulla scia di quanto già visto con Now and then dei Beatles, che già aveva acceso il dibattito tra entusiasti e detrattori.
Nel caso di Serenata a Roma, gli algoritmi dell’intelligenza artificiale hanno analizzato le opere di Califano, restituendo una composizione che si integra perfettamente con il suo catalogo esistente.
Sfruttando il potere del machine learning, infatti, è possibile ricreare lo stile di un artista o persino generare materiale completamente inedito, garantendo coerenza nella produzione. In questo senso, l’IA diventa uno strumento per ampliare i confini dell’espressione artistica, aprendo nuove strade all’esplorazione e alla sperimentazione.
Tuttavia, insieme a queste opportunità sorgono una serie di considerazioni etiche. I critici dell’IA nella produzione musicale sollevano preoccupazioni riguardanti l’autenticità e l’integrità artistica. Sostengono che utilizzare l’IA per creare opere postume rischi di assottigliare la linea tra visione originale dell’artista e manipolazione esterna. Una macchina può davvero catturare l’essenza dell’anima di un artista, o non fa altro che replicare caratteristiche superficiali?
Inoltre, ci sono perplessità riguardanti i diritti d’autore e la proprietà del materiale generato attraverso l’IA. Chi è a detenerne i diritti? E a chi dovrebbero essere distribuiti? Queste domande diventano particolarmente complesse soprattutto quando si tratta di pubblicazioni postume, dove l’artista non è in grado di fornire input o consenso.
Tali dibattiti sono già emersi in occasione dell’uscita di Now and Then dei Beatles. Mentre alcuni hanno accolto con favore l’opportunità di ascoltare materiale inedito della leggendaria band inglese, altri hanno messo in discussione l’autenticità dei brani completati dall’IA.
Vero è che, con il continuo avanzare della tecnologia, è essenziale affrontare queste discussioni facendo attenzione a bilanciare i benefici potenziali con i rischi intrinseci.
In definitiva, che l’IA rappresenti un vantaggio o una minaccia per il music business, come per tutti gli aspetti tecnici, dipende dall’utilizzo che ne si fa. Una cosa è certa: il potere della musica di ispirare, provocare e commuovere trascende i confini della tecnologia. Senza dubbio Serenata a Roma ci suggerisce che la buona musica, sia essa nata dall’uomo o dalla macchina, continuerà sempre a emozionarci. [...]
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“Degenerato” è il titolo del primo album di Karon, prodotto e distribuito il 6 gennaio 2022 su tutti i digital stores da Terzo Canto.
Dopo un anno e mezzo di lavoro, una pandemia globale e svariate ore di registrazione passate in studio, finalmente Karon è pronto a stupire con il suo primo album dal titolo che è tutto un programma.
Con “Canzone della gioia” avevamo già potuto ascoltare un’anteprima della forte sperimentazione alla base delle produzioni del nostro artista. In “Degenerato” sono presenti 5 brani inediti ai quali si aggiungono i 3 singoli già lanciati precedentemente: “Be the dark“, “Barlady” e “Canzone della gioia”.
Qui di seguito la track list dell’album.
Analizziamo nel dettaglio tutte le tracce di “Degenerato”, il primo album di Karon
Karontena è l’intro dell’album. Una traccia di sola musica che introduce l’ascoltatore alle sonorità tipiche di questo artista.
Io non lo so tu non lo sai è un brano che parla in maniera eclettica dei dubbi esistenziali legati a diversi aspetti della vita, come solo un artista “degenerato” come Karon saprebbe fare.
Canzone della gioia è un pezzo che rappresenta un manifesto dell’essenza di Karon. Un inno alle contraddizioni della vita di tutti i giorni e ai falsi perbenismi che costituiscono ciò che ci ostiniamo a chiamare “normalità”.
Pawra è una canzone che interpreta i disagi generazionali di qualsiasi epoca, con un pizzico di timore per il futuro e di rimpianto verso il passato.
Non è colpa mia è un viaggio introspettivo in un universo valoriale complesso e articolato tipico della post modernità, che racconta le vicende di un individuo tediato dalle ferite di una relazione instabile del passato.
Barlady è una canzone a due voci (maschile e femminile), che racconta le folli esperienze vissute da una fantomatica Barlady.
Be the dark è il singolo d’esordio del nostro artista, il primo passo di Karon nel mondo della discografia.
Clap yr feet è il brano che chiude l’album con un tocco di polemica e manifesta superiorità nei confronti del prossimo.
Non vi resta che ascoltare l’album e restare stupiti dal sound tipico di Karon.
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