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News
Roma, 13 Ottobre 2024 – La band italiana industrial rock Hate Inc. è pronta al lancio del nuovo singolo, “In the Abyss”, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 25 ottobre 2024. Questo nuovo brano rappresenta un ritorno a sonorità più heavy, confermando l’identità musicale del progetto, che da sempre combina industrial, rock e melodia. “In the Abyss” è un pezzo che rispecchia fedelmente lo stile Hate Inc.: chitarre potenti, ritmiche martellanti e atmosfere claustrofobiche, accompagnate dalla voce graffiante di Vincenzo Pavese, autore di testo e musica e che ha inciso tutti gli strumenti ad eccezione della batteria, affidata allo storico Davide Coretti, e della chitarra solista opera di Francesco Dimichele. Vincenzo Pavese ha dichiarato: “Con In the Abyss, volevo tornare a delle sonorità appartenenti al primissimo periodo del progetto Hate Inc., esplorando i lati più cupi delle scelte compositive e riportando i riff di chitarra a ruolo di protagonisti. Questo brano, come quasi tutta la produzione Hate Inc., tratta di stati d’animo, sensazioni comuni che fanno parte dell’esistenza di tutti, e che ci vedono impegnati costantemente nel trovare la nostra personale forma di liberazione nel caos. È un pezzo che incarna perfettamente l’essenza di Hate Inc., sia dal punto di vista sonoro che emotivo.” La pubblicazione di “In the Abyss” è accompagnata da una campagna pre-save su Spotify, offrendo la possibilità di ascoltare il singolo non appena sarà disponibile. Inoltre, sarà organizzata una premiere su YouTube del lyrics video ufficiale. La release di “In the Abyss” segue quella di “Ballad for the son I never had” avvenuta a maggio scorso e anticipa la pubblicazione di una serie di altri singoli nel futuro prossimo. Ascolta “In the Abyss” dal 25 ottobre 2024 su Spotify, Apple Music e tutte le principali piattaforme di streaming. Per maggiori informazioni e contatti stampa: info@hateinc.it Facebook Instagram Note: Data di rilascio: 25 ottobre 2024 Genere: Industrial Rock / Metal Formato: Digitale (Spotify, Apple Music, YouTube) [...] Read more...
Ieri il mondo della musica ha perso una delle sue figure più influenti e iconiche: Steve Albini. Conosciuto non solo come musicista, ma anche come un produttore e ingegnere del suono, Albini ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale. Albini ha iniziato la sua carriera musicale suonando in varie band durante la sua adolescenza ma è noto soprattutto per aver suonato in band influenti come Big Black e Shellac, anticipando molte delle tendenze del rock alternativo che sarebbero emerse negli anni successivi. Ha lavorato con artisti come Nirvana, Pixies, Bush, the Breeders, PJ Harvey, the Jesus Lizard e gli ex membri dei Led Zeppelin, Jimmy Page e Robert Plant. Il campo della produzione audio è il luogo in cui oggi vogliamo soffermarci, il suo approccio unico e senza compromessi lo ha reso uno dei produttori più richiesti e rispettati del settore, divenendo un punto di riferimento per la comunità musicale indipendente. Lo studio di registrazione Electrical Audio a Chicago, da lui fondato, è luogo di pellegrinaggio per molte band alla ricerca di quel suono a cui ci siamo abituati negli anni 90. Tra le altre cose, Albini era molto attento al suono della batteria e dedicava un’attenzione maniacale per catturare ogni sfumatura e ogni piccola imperfezione, utilizzando varie combinazioni di microfoni e tecniche di registrazione per creare un suono che fosse potente, dinamico e autentico.  La principale caratteristica del suo drum sound è un riverbero naturale che dà l’impressione all’ascoltatore di trovarsi nella stessa stanza in cui suona la batteria. Questo approccio, insieme alla sua abilità nell’uso degli ambienti di registrazione e alla sua capacità di lavorare in modo collaborativo con i batteristi, ha prodotto risultati sorprendenti che sono diventati la firma sonora di molte delle sue produzioni. Un esempio dello stile di ripresa delle batterie di Steve Albini (ed anche una delle intro di batterie che sono entrate di diritto nella storia della musica) Steve Albini ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della musica, sia come musicista che come ingegnere del suono. La sua dedizione alla ricerca sonora, il suo impegno per la scena indipendente e il suo categorico rifiuto di soccombere ad un’industria discografica paillettata sono un testamento che dobbiamo custodire con cura. La sua scomparsa è una grande perdita per tutto il mondo della musica, ma il suo impatto e il suo contributo continueranno a riverberare attraverso le registrazioni che ci ha lasciato. [...] Read more...
“Serenata a Roma” è il nuovo singolo di Franco Califano, personaggio iconico della musica italiana, scomparso nel 2013. Anticipando di qualche mese l’uscita del secondo volume della raccolta Sarò Franco, il singolo fa rivivere la voce e la poetica del “Califfo” anche grazie all’intelligenza artificiale, sulla scia di quanto già visto con Now and then dei Beatles, che già aveva acceso il dibattito tra entusiasti e detrattori. Nel caso di Serenata a Roma, gli algoritmi dell’intelligenza artificiale hanno analizzato le opere di Califano, restituendo una composizione che si integra perfettamente con il suo catalogo esistente. Sfruttando il potere del machine learning, infatti, è possibile ricreare lo stile di un artista o persino generare materiale completamente inedito, garantendo coerenza nella produzione. In questo senso, l’IA diventa uno strumento per ampliare i confini dell’espressione artistica, aprendo nuove strade all’esplorazione e alla sperimentazione. Tuttavia, insieme a queste opportunità sorgono una serie di considerazioni etiche. I critici dell’IA nella produzione musicale sollevano preoccupazioni riguardanti l’autenticità e l’integrità artistica. Sostengono che utilizzare l’IA per creare opere postume rischi di assottigliare la linea tra visione originale dell’artista e manipolazione esterna. Una macchina può davvero catturare l’essenza dell’anima di un artista, o non fa altro che replicare caratteristiche superficiali? Inoltre, ci sono perplessità riguardanti i diritti d’autore e la proprietà del materiale generato attraverso l’IA. Chi è a detenerne i diritti? E a chi dovrebbero essere distribuiti? Queste domande diventano particolarmente complesse soprattutto quando si tratta di pubblicazioni postume, dove l’artista non è in grado di fornire input o consenso. Tali dibattiti sono già emersi in occasione dell’uscita di Now and Then dei Beatles. Mentre alcuni hanno accolto con favore l’opportunità di ascoltare materiale inedito della leggendaria band inglese, altri hanno messo in discussione l’autenticità dei brani completati dall’IA. Vero è che, con il continuo avanzare della tecnologia, è essenziale affrontare queste discussioni facendo attenzione a bilanciare i benefici potenziali con i rischi intrinseci. In definitiva, che l’IA rappresenti un vantaggio o una minaccia per il music business, come per tutti gli aspetti tecnici, dipende dall’utilizzo che ne si fa. Una cosa è certa: il potere della musica di ispirare, provocare e commuovere trascende i confini della tecnologia. Senza dubbio Serenata a Roma ci suggerisce che la buona musica, sia essa nata dall’uomo o dalla macchina, continuerà sempre a emozionarci. [...] Read more...
Artisti
Karon – Digital Press Kit
Doris
Hate Inc.
Claude Tonic